Mettere al centro delle transizioni lavorative la persona: Open badge per tracciare percorsi e fabbisogni formativi e per erogare servizi per l’occupazione personalizzati, agili e pagati prevalentemente a risultato.
Lo scenario
Ben prima della crisi, il mondo del lavoro sul piano globale ha manifestato la progressiva tendenza a sviluppare percorsi professionali non lineari. Percorsi spesso compositi, costituiti da fasi di occupazione ed altre nelle quali occorre prevedere sostegno al reddito e formazione finalizzata all’accesso a una nuova occupazione.
Nel quadro dei cambiamenti macro in atto occorre focalizzare l’attenzione sui corsi di vita delle persone, e soprattutto sulle fasi di passaggio che, se non aiutate a compiersi in modo adeguato, producono vulnerabilità a livello individuale e inefficienze nel mercato (oltre a costi sociali).
Gli snodi principali sono: la transizione scuola-lavoro, il rapporto tra lavoro, autonomia e scelte di vita, la gestione di una lunga vita attiva e il progressivo ritiro.
I rischi
La prospettiva che abbiamo di fronte è quella dei cosiddetti “mercati transizionali del lavoro”. Contesti mutevoli nei quali la persona dovrà essere accompagnata nella sua carriera attraverso diverse fasi e passaggi (transizioni) non solo da un posto di lavoro ad un altro, ma tra status diversi (occupazione, professione, momenti di cura o di formazione), che potranno presentarsi in fasi successive o coesistere in uno stesso momento.
La proposta di Life in Group
Al vecchio obiettivo di tutelare il “posto” di lavoro si è andato a sostituire l’evidente necessità di tutelare il “lavoratore”, accompagnandolo sapientemente nei percorsi di sviluppo della propria professionalità. Sarà necessario offrire una risposta praticabile a chi (uomini o donne) intenda gestire un percorso di lavoro con flessibilità orarie o discontinuità di presenza, per scelte di vita che rispondono anche a interessi o incombenze di cura familiare.
Progettare i servizi partendo dal punto di vista degli utenti implica spostare il baricentro dell’attenzione dalle procedure amministrative al risultato occupazionale da ottenere, nei tempi che sono utili sia alle imprese che ai lavoratori, senza perdere nessuna opportunità. Va implementato un grande “Piano di Servizi al lavoro” secondo due direttrici:
- riportare subito al lavoro tutti coloro che per competenze e per stato del settore/azienda in cui erano attivi possono celermente ricollocarsi, dopo un’accurata analisi delle possibilità reali di lavoro organizzate in un progetto individuale di attivazione;
- sostenere, anche con azioni massive di riqualificazione, i lavoratori più fragili per fornire loro gli strumenti che ne rafforzino l’occupabilità, riattivando la loro capacità di proporsi nel mercato del lavoro.
Oggi la sfida è trovare il giusto equilibrio tra la corretta remunerazione delle attività a processo e il riconoscimento del risultato, mantenendo quest’ultimo come elemento che conferma l’efficacia della politica stessa. Il pagamento dei servizi offerti da operatori specializzati pubblici e privati (Centri per l’Impiego e Agenzie per il Lavoro) va valutato prevalentemente in un’ottica di risultato occupazionale.
In questo contesto va considerata anche l’adozione di Open badge individuali che, oltre a contenere tutti i dati e i documenti personali del lavoratore necessari per accedere a un’occasione di lavoro, contengano l’insieme delle attività formative svolte (formali ed informali) unitamente ad un credito, un bonus, spendibile per l’acquisto di servizi (di orientamento e di formazione).
Le competenze acquisite, oltre che certificate attraverso la blockchain, possono integrare i dati riportati nell’Open badge per il lavoro così da consentire alle persone di avere con sé sempre e su un unico supporto la documentazione utile in tutte le fasi della propria vita professionale.
Continuate a seguirci per scoprire altri interessanti consigli.
INSIEME RIPARTIRE SI PUO’!